Nel pieno imperversare dei moti rivoluzionari del 1948, il 24 novembre Papa Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti, 1846-1878) è costretto a lasciare la sua Roma per rifugiarsi Gaeta, ospite di Ferdinando II, re di Napoli.
Il 9 febbraio 1949 venne proclamata la Repubblica Romana che solennemente dichiarava il Papato decaduto di diritto e di fatto dal Governo temporale dello Stato Romano. Pio IX potrà rientrare a Roma solo il 12 aprile 1850, con l’intervento armato della Francia. E’ proprio a Gaeta che Pio IX il 2 febbraio 1849, scrive l’enciclica Ubi primum, in cui chiede ai Vescovi di comunicare: “quale sia la devozione che anima il vostro clero e il vostro popolo cristiano verso la Concezione della Vergine Immacolata, […] ma soprattutto, Venerabili Fratelli, amiamo sapere quale sia in questa materia il vostro pensiero ed il vostro desiderio”. Il Cardinale Gaspare Mermillod confidente del Santo Padre a Gaeta, in una sua testimonianza racconta che un giorno mentre il Papa dall’alto della terrazza dell’episcopio di Gaeta contemplava con una certa mestizia l’accavallarsi delle onde del mare in tempesta, gli si avvicinò il Cardinale Luigi Lambruschini, che gli sussurrò all’orecchio: “Padre Santo, la tempesta del mondo che agita la barca di Pietro non si calmerà che con la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione…”. Gaeta non fu solo il luogo di un temporaneo esilio, ma qui il Papa si rese conto della fragilità del potere temporale, e volle radicare ogni sua decisione per la vita della Chiesa nell’abbandono alla Divina Provvidenza. La risposta dei vescovi fu favorevole alla definizione dogmatica, su 580 risposte, ben 530 confermarono la pietà dei fedeli e del clero e chiedevano la definizione del dogma al più presto.
L’8 dicembre 1854, nella Basilica di S. Pietro in Vaticano, alla presenza di 53 cardinali, 43 arcivescovi e 99 vescovi, accorsi appositamente per testimoniare il consenso della Chiesa universale, il Santo Padre, non senza commozione, proclamò: “Dichiariamo, pronunciamo e definiamo che la dottrina , la quale ritiene che la beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente ed in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, sia stata preservata immune da ogni macchia della colpa originale, è rivelata da Dio e perciò da credersi fermamente e costantemente da tutti i fedeli” (Bolla Ineffabilis Deus 8 dicembre 1854).
Pio IX ha saputo leggere la storia con sapienza soprannaturale, egli era consapevole che per adempiere la volontà divina, bisognava percorrere una strada che passa anche attraverso il fallimento umano, con lui, infatti, ha termine il bimillenario potere temporale della Chiesa. In un clima fortemente anticlericale e anti ecclesiale, Pio IX ha saputo radicare il popolo di Dio nell’amore alla Vergine Maria, concepita senza peccato originale. L’Immacolata dona la giusta misura nella comprensione della Verità del Figlio di Dio fatto Uomo. L’Immacolata spinge il cristiano a risalire a Dio, fonte della Grazia e di ogni santità, ed è per questo che la Chiesa canta: Tota pulchra es Maria, / et macula originalis non es in te / Tu gloria Ierusalem, / tu laetitia Israel, / tu honorificentia populi nostri, / tu advocata peccatorum. / O Maria! O Maria!/ Virgo prudentissima,/ Mater clementissima,/ ora pro nobis, / intercede pro nobis, / ad Dominum Iesum Christum.
Tutta bella sei, Maria, e il peccato originale non è in te. Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu letizia d’Israele, tu onore del nostro popolo, tu avvocata dei peccatori.
O Maria! O Maria! Vergine prudentissima, Madre clementissima, prega per noi, intercedi per noi presso il Signore Gesù Cristo.