MDR Noviziato 2022
Lo scorso 2 febbraio, la nostra Comunità è stata in festa perché Roberta, la nostra postulante, è entrata in Noviziato.
È stato un momento molto bello e commovente. Alle 17 è iniziata la celebrazione con la processione d’ingresso, accompagnata dal suggestivo e significativo canto dell’“Ecce, venio ad Te, dulcissime Domine….” - (“Ecco, vengo a Te, dolcissimo Signore, che ho amato, che ho cercato, che ho sempre desiderato…”), espressione di un cuore amante di Cristo e pronto a donarsi totalmente a Lui. Con questi sentimenti, Roberta ha iniziato a incamminarsi verso l’altare, già rivestita dell’abito verde e portando in mano un vassoio con lo scapolare, il velo bianco e la corona del Santo Rosario che le sono stati consegnati durante il rito del Noviziato. L’abito con lo scapolare simboleggiano il rivestirsi “dell’uomo nuovo che è creato secondo Dio nella giustizia e nella santità”. Il velo è segno della consacrazione al Signore e la corona del Santo Rosario significa la cooperazione alla passione di Cristo per la salvezza delle anime, affinché, “dopo il cammino della vita presente tu possa giungere ai gaudi celesti con le sante Vergini” (cfr. Rito del Noviziato delle MDR).
Il Rito si è svolto all’interno dei Vespri solenni della Festa della Presentazione di Gesù al Tempio. La data è significativa, in quanto ricorda l’episodio evangelico, raccontato dall’evangelista Luca (cfr. Lc 2, 22-38), nel quale Giuseppe e Maria, dopo 40 giorni dalla nascita del Bambino Gesù, lo portano al Tempio per offrirlo al Signore, secondo la legge di Mosè (cfr. Es 13, 11-16 e Nm 18, 16). L’evangelista riporta anche l’incontro con l’anziano Simeone, “uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto di Israele” (Lc 2, 25). Simeone, mosso dallo Spirito Santo, si reca al Tempio e riconosce in quel bambino la “salvezza” del popolo di Dio, preparata da Jahvè “davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele” (Lc 2, 30-32). Gesù è la “Luce del mondo”, come Lui stesso dirà di Sé (cfr. Gv 8, 12), per questo motivo il Santo Padre Giovanni Paolo II, il 6 gennaio 1997, volle istituire e fissare in questa Festa la celebrazione della Giornata Mondiale della Vita consacrata, per sottolineare la bellezza e il valore della vita consacrata come “riflesso della luce di Cristo”. Da qui nasce il nome nuovo dato a Roberta: Sr. Lucia. Questo nome vuole simboleggiare la missione che viene a lei affidata dal Signore: essere riflesso della Sua Luce nel mondo, portare la Sua Luce a tutti coloro che l’incontreranno. È una missione grande, che è propria di ogni persona consacrata, ma a cui è chiamata ancora di più Sr. Lucia, che ogni volta che viene nominata, ricorda che porta in sé la Luce di Cristo per donarla agli altri.
Questo è l’augurio che facciamo a Sr. Lucia: essere quello che il suo nome significa!
Forza, sr. Lucia, vai avanti con gioia e perseveranza, sapendo che tante anime aspettano da te il tuo “Si” quotidiano alla volontà di Dio e, così facendo, ti attende “la corona di giustizia” che il Signore, giusto giudice, ti consegnerà alla fine della vita (cfr. 2Tm 4, 8).