Nel 1610, il pittore olandese Gerrit van Honthorst (1592 – 1656) si reca a Roma, dove rimane affascinato dalla pittura di Caravaggio, caratterizzata dal forte contrasto tra la luce e l’oscurità. Il giovane pittore, elabora i suoi dipinti con scene a lume di candela, creando uno stile tutto giocato sugli effetti della luce, sul chiarore del lume contrapposto alle ombre. Ben presto diventerà famoso con il nome di Gherardo della Notti.
Nella Chiesa dell’Immacolata Concezione della B.V. Maria a Via Vittorio Veneto a Roma, si conserva un suo dipinto: il “Gesù deriso”. Nell’immagine, Gesù si offre allo scherno dei soldati, che sono rappresentati come cortigiani del 1600. Egli è seduto, appoggiato ad una colonna, ha i piedi incrociati, come fossero già pronti per essere inchiodati sulla Croce, le mani sono una sull’altra con le palme aperte, trasmettono la piena disponibilità alla volontà del Padre e a consegnarsi nelle mani dei suoi aguzzini.
Il volto di Gesù è illuminato a metà dalla torcia tenuta da uno dei tre paggi, che mette in evidenza i loro volti marcati, da un ghigno di scherno e di soddisfazione per gli insulti rivolti a Cristo. In primo piano i due paggi si prostrano come per salutare il Re, uno di loro al centro sghignazzando gli porge un bastone come se fosse uno scettro. Il volto di Cristo è sereno, radioso nel suo santo abbandono, lo fa per amore, Egli è bello, flagellato e incoronato di spine, il suo volto non è sfigurato, solo un cenno di sangue. Dietro la colonna, un uomo e una donna, forse San Pietro mentre rinnega il suo Maestro impaurito dalla serva. Nello sfondo in alto a sinistra in piena oscurità si intravedono le sagome di alcuni soldati romani che vigilano con l’asta. Il quadro va veduto al buio, mentre solo il volto di Gesù risalta nell’oscurità, Egli è bello nella sua umanità capace di amare chi lo oltraggia.