L’intuizione di San Francesco di riprodurre la scena di Betlemme in un presepe è un modo meraviglioso di contemplare il mistero del Natale. Uno sguardo al presepe ci fa sobbalzare il cuore di speranza, mentre proviamo ad immaginare la grandezza del mistero di Dio fatto uomo in quel Bambino.
Possiamo essere ulteriormente ispirati alla contemplazione della scena natalizia, pensando ai pastori e ai magi che hanno fatto quel viaggio per vedere il Cristo Bambino. Poveri e semplici gli uni e ricchi e intelligenti gli altri. Tuttavia, nonostante queste differenze, sia i pastori che i magi, entrarono nella mangiatoia e si avvicinarono al Bambino allo stesso modo: con il cuore. Proprio questo ha permesso loro di riconoscere Dio in quel Bambino e di avere un vero incontro con Lui.
Difatti basta ritornare alla reazione dei pastori per cogliere tutta la loro solerzia nel raggiungere la mangiatoia benedetta. Essi, dopo il messaggio di un angelo, “andarono senza indugio” (Lc 2, 16) a Betlemme per vedere il Salvatore.
Anche i saggi furono condotti dal cuore alla stalla. Alla luce della loro intelligenza, hanno riconosciuto quella stella “speciale” e l’hanno seguita in primo luogo al palazzo di Erode a Gerusalemme. Tuttavia era loro chiaro che Erode non era il re che essi cercavano. Ancora una volta, seguendo la stella, arrivarono alla stalla di Betlemme. Questa volta, alla vista del Bambino con sua madre, “si prostrarono e lo adorarono” (Mt 2, 11). L’umile cornice di questa madre con il Bambino non ha deluso questi saggi in cerca di un re. Quando hanno guardato il Bambino con l’ “intelligenza” del cuore e non con le loro menti, hanno riconosciuto che Dio si è fatto uomo in quel Bambino e l’hanno giustamente adorato come un Re.
Sia i pastori che i saggi furono cambiati dal loro incontro col Cristo Bambino e tornarono a casa annunciando l’evento a tutti quelli che incontravano con una gioia coinvolgente.
L’esempio dei pastori e dei saggi ci mostra che è nella semplicità del cuore che troviamo Dio. Scrivendo sulla sapienza del cuore, l’autore Antoine de Saint-Exupèry ha scritto: “Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. Il mistero del Natale è un mistero del cuore di Dio, un cuore che ama così tanto l’uomo da fare l’impensabile per salvarlo: diventare uomo (cfr Gv 3,16). È diventato piccolo affinché noi non ci spaventassimo della Sua Maestà, ma ci avvicinassimo a Lui per amarlo e conoscerlo. È nato in una povera stalla di Betlemme, per entrare nella povera stalla dei nostri cuori e riempirli del suo amore. Le apparenze nascondevano la presenza di Dio a tutti, tranne a quelli che, come i pastori e i magi, lo cercavano con tutto il cuore. Pertanto, questo Natale ci unisca ai pastori e ai saggi nel sempre nuovo viaggio del cuore verso l’incontro col Bambino Gesù.
Le Missionarie della Divina Rivelazione augurano a tutti un felice e santo Natale nella contemplazione del Signore che si è fatto uomo.