Catechesi Con Arte 10 febbraio 2018 ore 15:30
Santa Pudenziana al Viminale e Santa Prassede all’Esquilino
“Hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello”
Le Sante martiri Prassede e Pudenziana
Erano le due figlie di Caio Mario Pudente, ricco e influente senatore romano, della famiglia degli Acilii Glabriones. Fu questa nobile famiglia romana a dare ospitalità a S. Pietro e a S. Paolo nei loro viaggi a Roma. Prassede e Pudenziana, insieme ai loro due fratelli Novato e Timoteo (presbitero), furono istruite nella fede cristiana dal futuro Papa S. Pio I (140-155 d. C.). Le due sorelle testimoniano la presenza di giovani consacrate nella Chiesa romana, già dalla fine del I sec. d. C.; esse vivevano la consacrazione a Cristo nella loro famiglia, servendo la comunità con la preghiera, il digiuno e la carità. Pudenziana morì martire molto giovane e venne sepolta vicino al papà, nel cimitero di Priscilla, sulla via Salaria. Prassede e i suoi fratelli donarono i beni di famiglia alla Chiesa e s’impegnarono a proteggere i cristiani perseguitati. Prassede un giorno nascose ventidue cristiani fuggiaschi, che però furono scoperti e trucidati; prima di essere uccisa, lei stessa, riuscì a far seppellire i corpi dei ventidue martiri e ne raccolse il sangue con spugne per custodirlo nel pozzo di casa. Anche Prassede venne sepolta nel cimitero di Priscilla.
Il Papa Pio I fece edificare due chiese in onore delle due sorelle: una nelle terme di Novato ‘in vico Patricius’, intitolata a S. Pudenziana, e un’altra ‘in vico Lateranus’ intitolata a S. Prassede.
Nella Basilica di Santa Pudenziana, si conserva il mosaico absidale del V secolo. Vi compare Cristo in trono benedicente, attorniato dal collegio apostolico e da Prassede e Pudenziana, che incoronano Pietro e Paolo. Nella cappella Caetani sui gradini dell’altare si trovano l’impronta e la macchia di Sangue lasciata da un’Ostia caduta ad un sacerdote incredulo riguardo alla reale e sostanziale presenza di Gesù nelle specie consacrate. Il miracolo eucaristico avvenne nel 1610.
La Basilica di Santa Prassede fu completamente riedificata da Papa Pasquale I (817-824) sul titulus del IV sec. d. C. Il Papa traslò nella basilica dalle catacombe i resti dei corpi di 2.300 martiri, che riposano nella cripta sotto la zona del presbiterio. Sul pavimento cosmatesco della navata centrale un disco di porfido copre il pozzo, dove Prassede e Pudenziana raccolsero il sangue di numerosi martiri. Nel 1605 il Papa Leone XI ordinò la chiusura del pozzo, perché aveva appurato che conteneva sangue vivo. I mosaici absidali sono del IX secolo e mostrano la Gerusalemme celeste descritta nell’Apocalisse. Di particolare bellezza è la cappella di San Zenone, soprannominata per i suoi splendidi mosaici “l’orto del Paradiso”. In questa cappella è conservata la Colonna, dove fu legato Gesù per essere flagellato, essa si trovava a Gerusalemme nel pretorio di Pilato. La preziosa reliquia della passione di Gesù fu portata a Roma nel 1223 dal Cardinale Giovanni Colonna.
Appuntamento a Santa Pudenziana via Urbana alle 15.30
Per partecipare, è necessaria la prenotazione almeno tre giorni prima della visita, da effettuarsi tramite:
E-mail: missionarie@divinarivelazione.org
o telefono 06 87130 963