Questo è il messaggio che la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo fa risuonare nella Chiesa. La Chiesa, sposa di Cristo e madre di tutti coloro che sperano in Lui, nella Sua sapienza fa fare memoria a tutti i cristiani della supremazia assoluta di Gesù.
Il nostro divino Salvatore infatti, per il grande amore che porta agli uomini, decise di entrare nella storia e di vivere la condizione degli uomini in modo da poter colmare con la Sua morte e Risurrezione, quell’abisso di separazione che il peccato aveva aperto tra Dio e l’uomo. Egli, nuovo Adamo, ha dunque abbracciato totalmente la condizione umana, avendo assunto un corpo e un’anima umani in modo da poterli salvare entrambi nel momento della Sua morte. Ecco la grandezza del nostro Re! Egli, Verbo incarnato, era l’unico che poteva salvarci dal peccato e dalla morte ed è proprio sulla croce, quando Gesù spira, che la morte, pronta ad ingioiarlo nelle tenebre, viene sconfitta, perché Lui, il Figlio di Dio, la sovrasta enormemente. Egli infatti, risorge, strappa la vita alla morte e mette al demonio un limite: “Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato” (Rm 10,13).
A maggior ragione noi, dobbiamo vivere sempre consapevoli di essere stati redenti a caro prezzo, con il sangue di Cristo che avrebbe voluto morire di una morte così dolorosa anche solamente per salvare una sola anima. Pensiamo per un attimo dunque al grande amore che Egli ci porta e all’estremo valore che la nostra anima ha ai suoi occhi. Mai nessuno potrà amarci così pienamente come Dio, mai nessuno si prenderà cura di noi come ha fatto Dio e mai nessuno gioirà di più nel vederci tra le sue braccia se non Dio. Le strade del Paradiso, grazie al sacrificio di Cristo, sono aperte. Sta all’uomo ora percorrerle per ritrovarsi nuovamente a casa dopo l’esilio terreno. Questo cammino tuttavia, non è privo di ostacoli. Il demonio infatti non smette mai di tentare di strapparci dalla via del bene che conduce al Sommo Bene, il Signore. Ecco dunque come ognuno di noi è chiamato costantemente a scegliere ciò che più lo avvicina a Cristo e ciò che più lo fa camminare verso la meta eterna. Questo non semplicemente perché è qualcosa “di giusto nei confronti di Cristo”, ma perché solo camminare scegliendo il bene rende l’uomo veramente uomo. Solo il bene infatti è capace di far crescere e dilatare l’umano. Il cammino per il Regno dei Cieli è dunque il bene per noi. In questo cammino tuttavia, non siamo soli. Abbiamo la Chiesa, nostra madre che ci guida nei marosi del tempo e che ci dona la grazia dei Sacramenti. Non comportiamoci da stolti, come se non avessimo bisogno di nessuno in questa vita. L’uomo è relazione e ancor più è relazione con il suo Creatore, Dio. Apriamo il nostro cuore e lasciamo che la grazia entri in noi per renderci sempre più pienamente uomini e dipendenti da Dio.
Sia dunque il nostro cuore in questo giorno ricolmo di gioia per il grande Redentore che ci ha salvati. Verso di Lui, perciò salga la nostra invocazione. Riconosciamolo come Dio e Signore, come il solo degno di adorazione e come il senso della nostra stessa vita. Viviamo oggi in un mondo in cui è sempre più chiara la difficoltà di essere cristiani, perché un cristiano non esita a dire che Cristo è il Re, ma non solo che Cristo è il Suo Re, ma che Cristo è il Re dell’Universo, della storia, del tempo e di tutto ciò che è creato, visibile e invisibile. Egli, e solo Lui, è il Signore dei Signori, e noi cristiani, ci gloriamo di proclamarLo solennemente, in questa festa, il centro e il fine di ogni nostra azione e ancor di più, del nostro stesso essere uomini.
Uniamoci dunque alla preghiera della Chiesa che, attraverso la Liturgia, proclama solennemente: “Christus vincit! Christus regnat! Christus impera!”.